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07 marzo 2012

Dubbi, bufale, scuse pubbliche e integralismi

Lunedì scorso ho pubblicato su Facebook il link ad un articolo in cui la banca vaticana figurava come azionista della Beretta. E' una notizia che avevo già sentito e non mi sono posta il problema di verificarla - cosa che normalmente faccio -, contribuendo così a diffondere quella che sembra proprio essere una bufala. Ho cercato allora la conferma della non veridicità dell'informazione, trovando varie versioni che citano, tutte, un unico verbale di un'assemblea pubblica della FAPB (Fabbrica Armi Pietro Beretta) indicante la Beretta Holding come unico proprietario. Digitando l'acronimo FAPB su Google, non si trova traccia della Fabbrica Armi Pietro Beretta citata nel verbale di cui sopra. Occorre digitarlo per esteso per trovare il sito della Beretta. A questo punto mi sono fermata: non sono riuscita a trovare smentite ufficiali se non questa, il commento di un sacerdote alla notizia-bufala. Vi invito a leggerlo e a cercare in rete, come ho fatto io, traccia del verbale pubblico riportato nel suddetto commento. Non capisco nemmeno come mai compaiano tre nomi: quello del sacerdote, quello di Carlo Tombola (coordinatore scientifico di OPAL) cui il sacerdote ha chiesto un parere, e in fondo tra parentesi quello di Giorgio Bernardelli (credo sia un giornalista, ma in certi momenti la certezza pare un traguardo irraggiungibile). Qui e qui, invece, vengono citati una smentita di tal "Luisa Achino - Communication & P.R. - Clothing, Accessories and Retail Fabbrica d'Armi Pietro Beretta S.p.A.", senza alcun link, e di nuovo il famoso verbale, in realtà per me introvabile.
Le bufale sono una roba rognosa, ma servono per mettersi in discussione, per farsi venire i dubbi e per imparare a chiedere scusa anche pubblicamente, se occorre. Tempo fa, ad esempio, girava in rete la foto del Papa che fa il saluto nazista. Era una bufala, segnalata anche dall'Unione Cristiani Cattolici Razionali. Epperò. Nella stessa pagina, leggendo, trovo questa affermazione: "la cultura laicista non ha argomenti e non ha alcun insegnamento morale da offrire". L'ho trovata piuttosto offensiva e superficiale. Laicismo significa, letteralmente, "tendenza a rendere autonomi il pensiero e l’attività dell’uomo da precetti religiosi o dall’intromissione dell’autorità ecclesiastica". Non ci leggo, nella definizione, amoralità o mancanza di argomenti, e credo che anche qui sia limpido l'esempio di come l'integralismo, da qualunque parte arrivi, sia un pericolo più grande di bufale, IOR e Beretta messi insieme.

8 commenti:

  1. Le definizioni stesse possono essere... dubbiose, specie quelle che nascondono un giudizio a priori. E quella di laicismo che citi mi sembra un po'.... tirata.
    :-)

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  2. Ettepareva... Vai a leggere, vedrai che l'ho citata testualmente. E, se non si capisce nel post, la mia critica va al disprezzo con cui il sito definisce il laicismo.

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  3. Infatti, mica ce l'avevo col tuo post. E' la "definizione" ad essere un tarocco. :-)

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  4. "Infatti, mica ce l'avevo col tuo post".
    Non ci posso credere! :P

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Pensiero flash dopo aver letto la prima frase: "Ok, ma non sono mica musulmani, il maiale lo possono mangiare tranquillam... Ah ok no, aspè."

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