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09 aprile 2012

La classe

Certe volte mi immagino l'attuale classe politica - tralasciando la parentesi 'tecnica' - come una classe scolastica troppo numerosa ed estremamente caotica. Presi uno per uno, potrebbero impersonare senza problemi gli elementi-tipo di un gruppo classe; lascio all'estro personale le possibili associazioni alunno-politico. Uso solo il maschile per praticità, ma sono del tutto intercambiabili come genere.
Eccone un estratto: l'alunno molto studioso ma estremamente antipatico, quello molto popolare ma parecchio becero, quello che proprio non ce la fa, quello che potrebbe ma non si applica, quello che non gliene frega niente, quello che gli basta la sufficienza, quello che copia tutto da tutti, quello che si scrive le cose sul polso sperando che non lo becchino, quello che ripete per la terza volta e oramai si fa la barba tutte le mattine, quello intelligente che prova a mimetizzarsi e non se la tira, quello che se la tira ma non ci arriva, quello che usa più l'aspetto dei libri, quello che rompe le palle ad ogni respiro, quello che ti viene un conato ogni volta che si avvicina, quello che studia ma è anche simpatico, quello che in confronto 'Er Piotta' è un gentiluomo, quello che le sa tutte e le dice anche quando non importa, quello che zitto zitto assorbe ogni discorso e poi te lo rivolta contro, quello che non ti eri nemmeno accorto che c'era, quello che ti eri accorto subito che era assente, quello seduttivo, quello con un gran cuore, quello che non apre bocca nemmeno sotto tortura, quello servizievole, quello che fa l'amicone e ti frega appena ti giri, quello che sta sempre seduto anche durante la ricreazione, quello che è sempre in bagno, quello che è sempre davanti, quello che non ti molla un attimo.
Poi c'è il fenomeno che è quasi tutta 'sta roba insieme.
Lui di solito diventa presidente.

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