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29 ottobre 2012

La Classe non è acqua

 Una classe è una sfida affascinante: devi acchiapparne l'attenzione con sensibilità e con garbo, mettendo in chiaro le regole, parlando sottovoce. Interessandoli anche su ciò che interessante, a volte, non è. Per me è importante innescare i meccanismi della curiosità, rispettando i loro tempi ma senza fermarsi troppo a lungo. Magari rallentando quanto basta per non perderne nessuno sulla strada del discorso, del ragionamento o del racconto. Mi piace provocare un clima di attesa quasi denso, facendo brevi pause e lasciando che siano loro a trovare risposte, nella loro mente, prima ancora di porgli le domande. Mi piace raccontare loro storie che, quando aprono il libro di testo, ritrovano. Iniziare i discorsi con un "c'era una volta"... anche se son già grandi abbastanza da non credere più alle favole, è un incipit che interrompe ogni pensiero e cattura, a qualsiasi età. 
Ci sono giorni in cui le lezioni non scorrono, incespicano nella stanchezza, nella fatica. Lezioni che partono male, che balbettano e non riescono ad accendere la scintilla dell'attrattiva, dell'attenzione autentica, spontanea. Ce ne sono, di giorni così. Quelli sono i giorni in cui vorrei fare un mestiere diverso, in cui non mi sento all'altezza. Giorni in cui contraggo un debito che so di dover saldare al più presto. Perché, lo affermo anche a rischio di sembrare retorica, l'istruzione rende autonomi e a veicolarla siamo noi. 
E l'indipendenza intellettuale è un bene troppo prezioso per sprecare anche un solo giorno.

6 commenti:

  1. Il primo commento non è andato a buon fine, il secondo pure, a questo punto mi è passata l'emozione e l'ispirazione.
    In ogni caso ho visto tanto amore nelle tue parole
    ciao Mare.

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  2. GABRI!!! Come mai ti penso, e dopo 5 minuti trovo il tuo commento? ♥

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  3. Perchè 5 minuti prima ti pensavo anche io... hehe!

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  4. "E l'indipendenza intellettuale è un bene troppo prezioso per sprecare anche un solo giorno".
    Ben detto Albamarina!
    Una delle cose che più mi piace del tuo blog è la saggezza di cui sono intrisi i tuoi aforismi.

    Max

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  5. Grazie Max. Più che esser saggia, magari sono un po' aiutata dagli anni e dall'esperienza.

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  6. Insegnare è molto più difficile che apprendere. Si può avere un cursus studiorum eccezionale ed essere dei pessimi docenti.
    Oppure si può essere degli ottimi studenti, degli ottimi docenti, ma essere odiati dai propri studenti per la propria severità. Come nel mio caso... ;-)
    Questo è il motivo per cui anni fa sono scappato a gambe levate dall'ambiente universitario, rinunciando alla cattedra di ordinario di analisi matematica.
    Non sopportavo più l'irriconoscenza degli studenti, e prima ancora dei colleghi, i quali non comprendevano che il mio obiettivo era, prima di creare dei tecnici, di creare degli uomini in grado un giorno di guidare questo dannato paese.
    Ho fallito la mia missione e quando ci ripenso mi assale un senso di intima tristezza...
    Ciao Albamarina.

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