E' metà mattina e sono ferma in auto al lato della strada. E' una strada secondaria e stretta, i due marciapiedi sono poco distanti e un po' sconnessi. Dai lati opposti partono due donne per attraversare. Non ci sono auto e difficilmente ne passeranno. Una delle due è giovane, vestita di scuro e piuttosto elegante. I passi sono sicuri, falcate decise e rapide. Con movimenti fluidi attraversa in pochi secondi, mentre il viso resta immobile, privo di espressioni e di sguardi. E' persa nei suoi pensieri, presa dalla fretta di cose da fare. Nello stesso istante e dal marciapiede opposto, parte una signora anziana. Ha un soprabito grigio chiaro, i capelli bianchi spettinati e sulla pelle del viso si legge una storia fatta di capillari violacei. Si aiuta con un grosso bastone e cammina con la schiena piegata da un lato. A piccoli passi lenti, malfermi, incrocia la donna giovane che la sfiora appena. Lei, però, si guarda intorno. Si ferma un attimo, guarda alla sua destra una siepe di un rosso brillante e autunnale. Vede me, seduta in macchina, e pur non avendomi mai vista mi sorride. Riprende il suo passo lento, misurato, insieme alla piccola borsa della spesa dalla quale spunta un sedano, immancabile bottino di pensionati e madri. Nel frattempo la giovane donna è già sparita. L'effetto è stato quello di un mantello nero in rapido movimento, un fotogramma rubato.
E una sensazione che mi resta negli occhi: una giovane vita che non ha tempo per guardare e una vita antica che apprezza anche le piccole cose.
Forse il motivo per cui la donna giovane ha attraversato velocemente le strisce pedonali, senza osservare altro che il marciapiede dall'altro lato della strada, risiede nell'inconscia paura di essere investita da un pirata della strada.
RispondiEliminaCiò non è improbabile, data negli ultimi anni (con la crescita esponenziale in Italia degli alcolisti e dei tossicodipendenti) la straordinaria escalation di casi di pedoni falciati proprio sulle strisce pedonali.
E spesso i pedoni sono anziani che, per la natura lenta dei riflessi, ritardano l'operazione di attraversamento della strada.
In generale potremmo dire che gli attraversamenti pedonali non sono un luogo adatto per fermarsi ad osservare attentamente la realtà circostante, ne per i giovani e ne per gli anziani.
Resta comunque il fatto che hai saputo trovare un senso filosofico in una situazione apparentemente banale. Ciò rende interessante il tuo scritto.
Qui le nuvole bianche attraversano l’azzurro ma non disegnano alcuna immagine, alcuna figura, né di qua né di là della strada, è un gesto informale il loro, più la pennellata di Vedova che lo squarcio di Burri, e anche sotto è tutto informe, c’è solo lo sfilare ritorto delle auto. Voglio dire che ci sono volte in cui il tempo è nudo e noi siamo senza scarpe.
RispondiElimina(L)
Max, era una strada praticamente pedonale... Non c'erano nemmeno, le strisce
RispondiElimina(L), chiunque tu sia, il tuo è uno scritto molto suggestivo. Grazie.
RispondiEliminaSi, riflettendoci bene credo di aver scritto un accozzaglia di stupidaggini...
RispondiEliminaCondivido il giudizio sullo scritto dell'anonimo.