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15 maggio 2014

Relazioni

Le relazioni umane, per me, sono fatte di condivisione quotidiana. Che non significa necessariamente "ogni giorno", ma implica una sorta di intimità degli avvenimenti, di condivisione, appunto, anche di piccole cose. Di continuità.
Mi fanno sorridere quelli che sostengono che un rapporto - di conoscenza in fieri o di amicizia in fase embrionale - si può definire tale dal numero di confidenze, o dalle condivisioni sporadiche, poi archiviate rapidamente per passare ad altro, ad altri. Ecco, manca la condivisione, appunto.
Non siamo più capaci di dire "ti voglio bene", "mi piace stare con te", "mi interessi", quasi come se dirlo significasse prendersi un impegno irrisolvibile e pesante, come fosse una proposta di matrimonio o una richiesta di amicizia a vita.
Non siamo più capaci di investire nelle relazioni.
Conosco persone - che mi interessano, mi piacciono, alle quali potrei arrivare a voler bene - che non riescono o non vogliono andare oltre la superficialità. Oltre la sporadicità. Raccontano cose personali, poi si perdono in un quotidiano che non comprende mai la condivisione, anche breve.
Mi dispiace per loro e mi dispiace per me. Le relazioni rendono ricchi e felici, anche e soprattutto quando ci si trova in difficoltà. Anche quando felici non si è. Anche quando la testa e il cuore hanno pesi da sopportare. Mi dispiace. 
Perché so cosa ci si perde.


Per P.

3 commenti:

  1. Ti voglio bene Alba e il fatto di non trovare un attimo, nemmeno per prendere assieme un caffè, magari dall'altro capo del filo, mi fa sentire terribilmente in colpa.

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  2. Ti voglio bene anch'io. Ma io e te lo sappiamo anche senza parole.

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  3. E' vero. Molto vero
    Ciao Mare

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