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14 settembre 2013

A piedi

Via del Pratello non è certo la via più elegante di Bologna. Anzi. 
Quando ero ragazza ci consigliavano caldamente di non attraversarla, anche se - credo - per motivi diversi da quelli odierni. Eppure è una via che mi piace tantissimo dove gli odori, i colori e i volti sono un coacervo affascinante e vagamente borderline. Si mescolano visi scuri e chiari con ogni sfumatura intermedia, rovinati, arruffati, giovani e anziani. Cani randagi e molossi legati a guinzagli borchiati e corti, finestre come buchi neri e altre piene di fiori. Immancabile odore di pizza  che si mescola ad altri, meno rassicuranti e sicuramente meno 'legali'. Insieme formano un profumo che mi fa sentire viva, immersa in una realtà che le comprende tutte. Un odore che mi viene da assaporare quasi ad occhi chiusi, sorridendo, mentre cammino serena  in mezzo a una strada che amo, fra le più discusse della città in cui vivo.

« Strada di schiavi e di puttane. Di protettori e ladri di polli. Di mangiatori di topi. Addossata alle mura. Terrorizzata dai mutamenti. Quasi campagna e quasi città. Rifugio di giocatori d'azzardo, esperti in truffa alla francese, preti, uomini arrapati, alcolizzati, spie, travestiti. »
 (Emidio Clementi,  La notte del Pratello)














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