Riempirei la pagina bianca che ho davanti. Senza chiedermi dove
andare, con la curiosità un po' infantile che guida la mano, come se si
aspettasse di vedere cosa verrà fuori dal segno. Forse ora sto scrivendo così:
senza sapere dove sto andando e dove arriverò, con la stessa ingenua libertà di
chi non ha niente da perdere, niente da dimostrare, niente da costruire. E'
bello scrivere così. Il foglio bianco si riempie di contorni, di linee e di
scarabocchi come quelli fatti al telefono, o mentre si fuma una sigaretta
scrivendo la lista della spesa e la mente se ne va lontano dal latte e dalle uova,
dalla frutta e dai cerotti da comprare la mattina dopo. Scrivere come quando si
tamburella con le dita su una scrivania, senza connessione fra mente e mano.
Tanto, alla fine, il senso non cambia di molto. Il vuoto resta vuoto e ciò che
è pieno non cerca conferme.

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